Riflessioni ad alta voce

(dedicato ai miei alunni)

Stiamo vivendo un momento straordinario. Nell’aria un clima di sospensione della realtà. Come avvolti nella nebbia impalpabile che ci impedisce di distinguere la realtà dall’illusione, riusciamo solo ad afferrare frammenti di verità.

   Non vediamo realmente il pericolo, riusciamo solo ad intuirlo. Ciò che invece riusciamo a sentire è la paura, la percepiamo in tutta la sua forza. Cosa fare in questi momenti?

   Quando rischiamo di essere travolti dalla tempesta ciò che dobbiamo fare è non perdere la Rotta,                                                                                                                                              uscire dallo spettro della paura ubbidendo alle voci esteriori che ci dicono cosa fare o non fare per                                                                                                                                           non aumentare il contagio, ascoltando quella sottile voce interiore che ci ricorda chi siamo e cosa possiamo fare per gli altri.

E’ la voce interiore che mi suggerisce di dedicarmi a chi è a casa accanto a me e a quegli affetti che, pur lontani da casa, sono presenti dentro di me.  Che mi suggerisce di dedicarmi agli amici, agli alunni, ai colleghi di lavoro. E’ dedicandomi a loro che riscopro i miei e i loro bisogni, le nostre priorità, le nostre paure, le nostre incertezze.

   Al di là del dovere e dell’impegno necessario per tracciare nuovi metodi e contenuti, fare scuola a distanza vuol dire stare insieme, recuperare l’atmosfera della classe, sapere chi siamo.

   E’ lo stare insieme, anche se distanti, che ci fa sentire protetti, ancorati alla vita.

    E’ così che, anche se distanti, in un respiro di normalità, riusciamo ad infondere gioia e forza alle nostre anime, allontanando la paura e raccontandoci le cose belle della vita.

   E’ così che affidiamo alla piattaforma non solo contenuti giuridici ed economici ma anche le nostre paure, perplessità, dubbi, incertezze. In un clima di complicità per cui non è più una campanella a scandire il nostro tempo scuola ma l’energia che corre sulla rete.

   E’ questa la forza di chi non si arrende e usa il proprio tempo per riscoprire priorità e bisogni.

   Anche nel disagio più grande c’è una parte di noi che può provare gioia.

Mary Surace