“F.I.E.R.E” (Fare Insieme Esperienze, Relazioni, Emozioni) è un progetto nato per migliorare la consapevolezza dell’individuo riguardo la violenza di genere, argomento attuale e fin troppo diffuso.
Questo progetto ha permesso la condivisione dei valori di legalità e diritti tra le varie scuole che hanno aderito.
L’Istituto Tecnico Economico “Raffaele Piria”, il liceo classico “Tommaso Campanella”, l’Istituto Tecnico “Righi-Guerrisi”, l’Istituto d’Istruzione Superiore “Nostro-Repaci” di Villa San Giovanni, il Convitto Nazionale di Stato “T. Campanella” IPSIA di Siderno e l’Istituto d’Istruzione Superiore “Severi-Guerrisi” di Gioia Tauro hanno lavorato insieme al fine di creare un video che potesse trasmettere, senza utilizzare immagini eccessivamente crude, bensì attraverso una metafora, un messaggio di speranza per tutte le donne vittime di violenza.
“In un soffio di piuma” è il titolo conferito al frutto del duro lavoro dei ragazzi che hanno partecipato a questo progetto.
Attraverso il lavoro di squadra, la voglia di fare, l’impegno e il rispetto reciproco le scuole hanno lavorato in sincronia, creando non solo un magnifico video, ma anche un bellissimo legame.
Il progetto è stato coordinato dalla professoressa Amodeo Felicia che, osservando i talenti e le attitudini dei vari ragazzi, è riuscita a dare un ruolo a ognuno, senza escludere o forzare nessuno.
Attraverso vari incontri abbiamo sfruttato le nostre capacità, facendo quello che ci piace e mettendoci tutto l’impegno possibile.
Le sceneggiatrici hanno lavorato alla ricerca e anche alla creazione delle parole recitate nel video.
Le attrici si sono immedesimate in quella che è la situazione di moltissime donne e, camminando tra le macerie, le loro voci si sono unite per mandare un messaggio, attraverso le parole di grandi donne.
Le ballerine hanno rappresentato al meglio quelli che sono i sentimenti della donna: attraverso movimenti dettati dal cuore hanno espresso la voglia di vivere, nonostante la gabbia.
Il ballerino, attraverso movimenti scattanti, ha rappresentato quello che è il cervello dell’uomo che impazzisce.
Le cantanti hanno dato voce al dolore, senza bisogno di parole.
Un grande lavoro l’hanno fatto anche quelli che si sono occupati del backstage e le docenti delle varie scuole che si sono impegnate e, con allegria e vivacità, hanno aiutato moltissimo.
Tutto questo è stato impegnativo, è stato impegnativo soprattutto riuscire a fare qualcosa di originale, visto e considerando quanto questo tema sia stato trattato.
Si spera che il messaggio che abbiamo cercato di trasmettere arrivi al cuore di tutti, aumentando anche la consapevolezza di quanto certi comportamenti siano sbagliati, quanto sia malato un amore che fa male e quanto sia giusto e obbligatorio denunciare, sempre.
Scritto da:
Emma Vetzeteu