Siamo quasi pronti a votare per le elezioni che si terranno il 4 marzo 2018. Quali sono i programmi elettorali dei diversi schieramenti politici in materia di istruzione?
Il MoVimento Cinque Stelle propone:
- Qualità scolastica e offerta formativa: Più risorse per la scuola, da reinvestire con queste finalità: ripristinare il tempo pieno e la compresenza di più docenti in classe, ridurre il numero di alunni per classe, ripristinare le ore tagliate a materie fondamentali come la geografia, la musica, l’educazione civica e la storia dell’arte e inserirne di nuove come l’educazione alimentare, ambientale e all’affettività.
- Scuole paritarie e pubbliche: finanziamenti e contributi volontari: Il M5S vuole che la scuola sia realmente gratuita, eliminando l’obbligo al contributo scolastico, in modo da agevolare le famiglie, e aumentando i finanziamenti per le scuole pubbliche.
- Legge su scuola pubblica e privata: Con la legge 62/2000 è stata istituita la parità scolastica, consentendo alle scuole private, che soddisfino determinati requisiti, di essere equiparate a quelle statali. Su questo punto si vuole aprire un dibattito all’interno della società affinché si stabiliscano le differenze tra scuola privata e scuola pubblica.
- Perchè non è una “Buona Scuola”: Il MoVimento 5 Stelle vuole cancellare la legge 107/2015 e le misure che hanno trasformato la scuola in un’azienda asservendola a logiche competitive e di profitto. Si vuole procedere all’eliminazione dei super-poteri ai presidi –tra cui la chiamata diretta dei docenti, l’attribuzione del bonus premiale e la ricerca di sponsor e finanziamenti privati per la propria scuola – ,al rafforzamento delle funzioni degli organi collegiali, all’azzeramento della card formazione docenti, a rendere non obbligatoria l’alternanza scuola-lavoro.
- Come innovare la didattica: Il MoVimento 5 Stelle vuole un’istruzione innovativa che utilizzi le nuove tecnologie, libri digitali e gratuiti, con un’equipe composta da specialisti che supportino i docenti nei processi di innovazione didattica.
Lo schieramento di centrodestra propone:
- Mobilità dei docenti: che sarà effettuata ripristinando il vincolo triennale di permanenza nella provincia di assunzione (che attualmente è stato sospeso dal MIUR). La chiamata diretta rimane ma è necessaria una semplificazione.
- Correzione della Buona Scuola, specialmente per la parte riguardante il reclutamento degli insegnanti.
- Introduzione nella didattica del curriculum STEM, incrementando così le competenze nelle scienze, nel digitale e nelle nuove tecnologie.
- Revisione dell’alternanza scuola lavoro.
- Valorizzazione delle professionalità dei docenti e di tutto il personale della scuola.
- Concorso ad hoc per i diplomati magistrale.
Il programma di Liberi e Uguali per le elezioni del 2018 è il seguente:
- Cancellare la “Buona scuola” ripartendo da una scuola nuova ancorata ai principi costituzionali e gratuita, riqualificando e ampliando il “tempo scuola”, moltiplicando l’offerta pubblica di nidi.
- Stabilizzare i precari attraverso un piano pluriennale, dando risposte a chi ha subito una mobilità dannosa e adeguando gli stipendi di docenti e personale Ata agli standard europei.
- Rivedere l’alternanza scuola-lavoro, dando agli studenti strumenti per comprendere il mondo del lavoro e portarvi elementi di innovazione, spirito critico, autonomia intellettuale.
- Abolizione delle tasse universitarie ed effettivo sostegno con borse di studio e residenze per gli aventi diritto, qualità dell’insegnamento, valorizzazione di professori e ricercatori, stabilizzazione dei precari dell’Università e del sistema pubblico di ricerca, valutazione seria della ricerca con definizione di nuovi criteri e finalità nella valutazione dei singoli e delle istituzioni.
Il programma del Partito Democratico
- combattere la burocrazia, liberando la scuola e i dirigenti scolastici da compiti e funzioni non strettamente connessi al “fare scuola”, in modo che possano concentrarsi sulla progettazione, organizzazione e gestione delle attivita’ didattiche e formative;
- far crescere nelle scuole la cultura e la pratica della valutazione e dell’autovalutazione; procedere alla revisione, snellimento, coordinamento e semplificazione delle normative relative alla scuola, per renderle comprensibili e facilmente utilizzabili da tutti; garantire ai docenti opportunità di crescita professionale; promuovere formazione iniziale, formazione in servizio e aggiornamento professionale;
- riconoscere la funzione specifica svolta dal personale Ata non solo nell’ambito del lavoro amministrativo, ma anche in quello di supporto alla didattica e relazione con gli studenti;
- definire il costo standard di sostenibilità anche per promuovere il pluralismo educativo e una migliore offerta formativa per il diritto allo studio.
Scritto da:
Giorgia Esposito, Ida Polimeni