Il lavoro è una parte fondamentale della società, della nostra vita. Purtroppo però la sicurezza dei lavoratori non è sempre garantita. Ogni anno infatti aumentano gli infortuni e le morti sul posto di lavoro, in Italia e nel mondo.
È per questo che, su iniziativa dell’organizzazione internazionale del lavoro ( ILO), al fine di sensibilizzare sul tema l’opinione pubblica, dall’anno 2003 il 28 aprile si celebra la giornata internazionale per la sicurezza sul lavoro.
Dati statistici dimostrano che ogni 15 secondi nel mondo un lavoratore muore a causa di infortunio sul lavoro o di una malattia professionale contratta.
L’ILO-Italia stima che ogni giorno muoiono circa 6500 lavoratori, l’INAIL dimostra che in italia nel 2017 le denunce per infortuni sul lavoro sono state poco più di 640.000.
Molti dipendenti lavorano ed esercitano le proprie mansioni in condizioni di lavoro fatiscenti e con agibilità scarsa, sono tanti, troppi, nel mondo i datori di lavoro che mettono la prevenzione e la sicurezza in secondo piano, dopo il profitto dell’azienda.
Per la Legge italiana il datore di lavoro ha degli obblighi da rispettare, obblighi che in molti paesi del mondo sono ignorati.
Già dalla formazione di un lavoratore, in un contratto di apprendistato, la sicurezza è retta da un filo come si è riscontrato anche in numerosi casi di alternanza scuola-lavoro, PCTO.
Uno dei casi più recenti di incidente che ha visto come protagonista uno studente è quello del diciottenne Lorenzo Parelli che, durante l’ultimo giorno di “tirocinio”, ha perso la vita perché schiacciato da una trave d’acciaio del peso di 150 kg.
A causa della pandemia COVID-19, oltre ad esserci state intere popolazioni che hanno perso il lavoro, ci sono state purtroppo tantissime persone che, dopo aver contratto il covid, sono morte o ne hanno subito la malattia riusciendo comunque a sopravvivere.
L’INAIL (Istituto Nazionale Assicurazioni Infortuni sul Lavoro), inquadrando il Covid come infortunio sul lavoro, dall’inizio della pandemia covid registra dati percentuali della media dei decessi pre-covid e post covid evidenziando che le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro la fine del 2021 sono state circa lo 0.2% in più rispetto al 2020.
A causa del periodo covid molti lavoratori hanno esercitato la propria professione in “smart-working” per arginare la situazione pandemica.
Noi, studenti in ambito informatico, a questo punto ci interroghiamo se la sicurezza sia garantita dalla e nella tecnologia.
Dalle notizie che ci giungono tutti i giorni sembra proprio di no. Sappiamo infatti che la rete informatica può violare qualunque tipo di attività online, dello studente e del professionista. Uno degli ultimi esempi in ordine di tempo è l’attacco hacker a Trenitalia e RFI (Rete Ferroviaria Italiana). Ennesimo episodio che ha dimostrato quanto l’informatica sia capace di rendere incapaci.
Marco Cuzzocrea, 3A e Matteo Iero, 3Sib